IMPIANTO FOTOVOLTAICO CON SCAMBIO SUL POSTO E OFF GRID

Negli ultimi anni, in particolare da settembre 2021, il prezzo dell’energia è aumentato fino al 50%, a causa principalmente dell’incremento della domanda e della scarsità di gas naturale (la principale risorsa usata per produrre energia elettrica in Italia). Per questo motivo, e anche per una maggiore consapevolezza verso una produzione più sostenibile di energia, il fotovoltaico ha acquisito ampia diffusione sia in ambito civile che industriale.

Nell’ultimo anno, l’aumento degli impianti fotovoltaici con scambio sul posto ha portato a un incremento delle immissioni di potenza elettrica in rete, causando la saturazione delle linee nazionali. Di conseguenza, sempre più persone stanno optando per impianti senza immissione in rete, detti anche “off grid”.

Di seguito, un elenco conciso delle principali domande riguardo gli impianti fotovoltaici forniti da ULIX Innovation.

1) Come funziona un impianto fotovoltaico con scambio sul posto?

Gli impianti fotovoltaici che prevedono lo scambio sul posto sono quelli classici, chiamati anche “on grid”. Il contratto di scambio sul posto viene stipulato con il GSE (Gestore dei Servizi Energetici), secondo cui l’energia prodotta in surplus viene immessa in rete e viene rimborsata parzialmente tramite le bollette.

2) È ancora conveniente installare un impianto con scambio sul posto?

Benché gli impianti con scambio sul posto possano sembrare convenienti, presentano diversi punti deboli, che elenchiamo di seguito:

– L’impianto è sempre connesso in serie al contatore dell’ENEL. L’inverter, lo strumento che trasforma la tensione continua (DC) in uscita dai pannelli solari in corrente alternata (AC) a 220V per le utenze domestiche, comunica con il contatore dell’ENEL. Se non riceve un feedback dal contatore, non abilita la fornitura di energia in casa. Ciò significa che, in caso di blackout, il vostro impianto fotovoltaico non funzionerà, nemmeno durante il giorno.
– A causa dell’aumento degli impianti fotovoltaici con scambio sul posto, la rete elettrica nazionale non è più dimensionata per sostenere l’incremento della potenza immessa. Quando la rete raggiunge la saturazione, l’inverter non è in grado di immettere l’eccesso di potenza, entra in allarme e smette di produrre. Questo avviene, paradossalmente, proprio nei periodi di massima produzione degli impianti fotovoltaici.
– Il GSE paga poco per l’energia immessa in rete. L’energia viene pagata circa 10 € cent/kWh, con un calcolo che dipende dal PUN (Prezzo Unico Nazionale). Tuttavia, l’energia prelevata dalla rete viene pagata circa 22 € cent/kWh (tasse escluse). È quindi evidente che conviene consumare l’energia prodotta in eccesso piuttosto che immetterla in rete.
– L’impianto con scambio sul posto comporta il pagamento dei costi per le pratiche di allacciamento alla rete elettrica nazionale, costi che non sono previsti per gli impianti off grid.

3) In cosa si differenzia un impianto di Ulix Innovation rispetto a uno classico con scambio sul posto?

Gli impianti off grid di Ulix Innovation offrono i seguenti vantaggi:
– Non immettendo in rete la produzione in eccesso, funzionano anche in caso di saturazione della rete nazionale, garantendo una continuità di produzione.
– L’energia in eccesso viene accumulata nelle batterie e utilizzata nelle ore notturne. Solo in caso di insufficienza dell’energia immagazzinata nelle batterie si preleva energia dalla rete.
– Le spese per il trasporto dell’energia e per gli oneri di sistema sono notevolmente inferiori rispetto a quelle degli impianti on grid.
– L’impianto di Ulix garantisce un determinato numero di giorni di autonomia in caso di blackout del quartiere.
– Per ottenere completa autonomia dalla rete, Ulix predispone l’impianto per il collegamento di un gruppo elettrogeno, che si attiva automaticamente qualora la batteria scenda al di sotto del livello minimo di carica.

4) Quanto costa un impianto fotovoltaico con accumulo off grid?

Gli impianti di Ulix Innovation hanno un costo paragonabile agli impianti on grid. Il costo aggiuntivo delle apparecchiature di ultima generazione è compensato dall’assenza dei costi per l’allacciamento alla rete.
Il costo di un impianto da 6 kW con accumulo a batterie al litio si aggira intorno ai 13.000,00 €.

5) Si possono eliminare gli oneri di sistema?

Come illustrato nella tabella di ARERA, le spese per il trasporto, la gestione dei contatori e gli oneri di sistema comprendono una componente fissa e una variabile. La componente fissa, purtroppo, non può essere eliminata (a meno che non si decida di scollegarsi definitivamente dalla rete). La componente variabile, invece, può essere notevolmente ridotta o azzerata se si consuma l’energia accumulata nelle batterie anziché prelevarla dalla rete.

6) Esistono sistemi di accumulo alternativi alle batterie al litio?

Certamente. Gli impianti Ulix Innovation sono compatibili con i seguenti sistemi di accumulo:
Batterie agli ioni di litio (soluzione standard, affidabile, durata media 10 anni)
Batterie al piombo (più economiche rispetto al litio, maggiore ingombro, durata media 7 anni)
Supercondensatori in grafene (costo superiore dell’80% rispetto al litio, ricarica rapida, durata media 50 anni)

7) Si può installare il fotovoltaico sul balcone?

Certamente, mediante un apposito telaio, è possibile installare facilmente i pannelli anche sul balcone.

8) Ci si può staccare dall’ENEL con il fotovoltaico?

Certamente! Ulix Innovation può dimensionare un impianto su misura, dopo aver effettuato un sopralluogo presso la vostra abitazione e valutato la fattibilità. In qualunque zona d’Italia, è possibile soddisfare il fabbisogno energetico senza prelevare dalla rete, a patto di avere sufficiente superficie disponibile su tetto o balconi. Contattateci per un preventivo. Tuttavia, staccarsi completamente potrebbe comportare la perdita dell’abitabilità della casa. Pertanto, è sempre consigliabile mantenere l’utenza POD con E-distribuzione.

9) Si può installare un impianto fotovoltaico nel centro storico?

Purtroppo, l’emendamento sulle semplificazioni proposto nel 2017 da Legambiente e da alcuni parlamentari per l’installazione dei pannelli fotovoltaici nei centri storici è stato bocciato dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, nonostante prevedesse l’installazione dei pannelli alla stessa inclinazione della falda del tetto e la loro invisibilità dalla strada. Perciò, affinché si possa installare un impianto fotovoltaico in zone vincolate, è necessario ottenere il parere favorevole della Soprintendenza Archeologica locale.

Ci auguriamo che i vincoli possano essere alleggeriti nell’interesse dei consumatori e per la salvaguardia dell’ambiente.